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                MOGLIE di Dino RACCONTA ... 
 << Dino
                era veramente un padre affettuoso, pensate che portava le sue
                figlie in giro per Torino con la carrozzina, cosa che gli uomini
                non facevano in quei tempi. Ogni domenica non scordava mai di
                portare a casa le bignole (bignè). >> | 
            
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                Ci siamo visti per la prima volta alla scuola elementare, ma non
                potevamo stare insieme perché in quegli anni maschi e femmine
                non frequentavano la scuola insieme. Poi ci siamo rivisti per caso a 12 anni e Dino mi disse "Se
                mi aspetti ti sposo", ... e infatti quando io avevo 20
                anni, e lui quasi 20 (mancavano 5 giorni) ci sposammo.
 L'anno dopo nacque Gianna, la figlia maggiore. Quando ebbe 2
                anni ci trasferimmo da Chioggia a Torino. Ci adattammo in un
                piccolo appartamento in affitto ... era appena finita la guerra
                e non c'erano nemmeno i vetri alle finestre. >>
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                Il fratello Iginio aveva pensato di recarsi assieme alla squadra
                a Lisbona. Dino gli rispose scherzando: "No Iginio, rimani
                a casa !!! Questo rottame di aereo ci porterà a Lisbona, e non
                ci riporterà più a casa ..." >> | 
            
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                Dino partì per Milano il 30/04/49. (Da lì doveva partire con
                l'aereo per Lisbona). L'ultima volta che lo vidi fu quando si
                incamminò per la strada. Salutava e mandava baci in
                continuazione guardando me e le bambine che lo ricambiavamo
                dalla finestra ... fino a vederlo scomparire dietro il
                palazzo... per sempre.>> | 
            
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                Dino era felicissimo di poter partire per Lisbona assieme ai
                suoi compagni. Era da poco entrato in squadra ed era per lui una
                grossa occasione poter giocare in trasferta. Mentre alla prima
                occasione di viaggio per giocare con il Torino (in Brasile),
                dovette rimanere, suo malgrado, a casa perché il suo passaporto
                non era pronto. >> | 
            
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                Avere la maglia granata per lui contava molto: era una vera e
                propria soddisfazione. Era felice della sua vita, della sua
                famiglia e delle sue splendide bambine: Gianna e Laura.  >> | 
            
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